Consigli settimanali

Consigli settimanali

venerdì 16 gennaio 2015

Ci ricopriamo belli?

Ad accendere Sky, a leggere la Gazzetta, ad ascoltare le radio o ad entrare in uno di quei baretti sempre frequentati dai vacchi savi calcistici sembra sempre di essere alla Messa da Requiem, quindi oltre la morte del fu calcio italiano. Eppure, a guardar bene, sembrerebbe che la realtà sia tutt'altra. D'accordo, ancora pochissimi giovani italiani giocano nella nostra massima serie calcistica - ma io direi anche un bell'amen: il campionato bello lo fanno i campioni, non le belle speranza e della nazionale (2 mesi ogni 2 anni di qualcosa di sostanzioso, oltre a una marea di partite inutili e noiose nel resto del tempo) importa francamente poco a tutti, o quasi.
Perché dico che non sembrerebbe così tetra la situazione della Serie A? Leggete i nomi di mercato - non quelli Juve di Tuttosport, ricordo ancora il celebre Messi-Juve: si può! - e vi renderete conto che qualcosa sta cambiando. Stiamo riguadagnando un certo appeal, secondo me. Podolski, Shaqiri e (forse) Mario Suarez sono tre grossi nomi che si spostano da campionati top - Premier, Bundesliga e Liga - per scegliere il Belpaese, anche rifiutando importanti offerte da altri campionati. La Juventus ha in rosa quello che, esagerazioni a parte, potrebbe veramente diventare uno dei più grandi centrocampisti in circolazione: Pogba. Roma e Napoli hanno rose ricche di giocatori che potrebbero tranquillamente fare le star oltreconfine (Pjanic-Strootman-Nainggolan da una parte, dall'altra Callejon-Mertens-Higuain). Persino la Sampdoria, che fino a qualche tempo fa era una squadra da salvezza quasi tranquilla ma nulla più, si permette di sognare - e probabilmente convincere - una figurina mica male come Eto'o (anche lui esule dalla Premier).

La domanda che mi rimane è una: se a livello di appeal di mercato stiamo lentamente migliorando, come mai in Europa prendiamo bastonate sulle gengive (quasi) da chiunque?
Una risposta me la sono data. Detto che da quest'anno le cose sembrano in ripresa anche lì, si vedano le buone prove in Europa League delle nostre (a parziale riscatto della pochissima brillantezza delle due di Champions'), temo che il problema del calcio italiano in Europa siano i giornali. Troppo pronti ad esaltare le partite nel nostro giardinetto interno, facendo credere che la situazione - nonostante quanto ho detto sinora - sia ottima. Ne faccio un esempio: ieri era serata di Coppa Italia (da riformulare in stile FA Cup magari...) e la Juventus ha vinto 6-1 sul Verona. Il titolone spiegatemi che senso abbia. Una partita inutile, di una coppa inutile con le seconde o terze linee. Titoloni? No grazie.

mercoledì 14 gennaio 2015

A play to rule them all

Pensieri sparsi sul gioco che ha deciso il Divisional Round di qualche giorno fa.



Chiunque abbia provato a giocare ad un qualsiasi sport di squadra, fosse anche il torneo di scopone scientifico del bagno "Lido" di Celle Ligure, sa che il fattore psicologico risulta spesso determinante. A maggior ragione questo diventa vero quando si parla di professionisti: chi riesce a mettere gli altri fuori dal proprio "pace", il ritmo di gioco, si trova immediatamente in vantaggio.
Ora, se questa cosa la so io che al massimo della mia forma ho vinto un campionato provinciale del CSI, è molto probabile che la sappia anche Bill Belichick, che tutto sommato si è espresso a livelli un po' più alti nella sua carriera.
Quello che a me fa letteralmente sbiellare è la quantita di attributi, cojones, palle o come volete voi che ci vogliono per chiamare (ed eseguire) un gioco di quel tipo, in quel momento.
Analizziamo la situazione: sei sotto, e devi recuperare. Tutto sommato l'attacco gira bene, nel precedente drive sei arrivato abbastanza facilmente in end zone e potresti ripetere la faccenda continuando con le collaudate azioni di lancio del tuo ancor più collaudato quarterback. Ma invece no. Qui la questione non è pareggiare, è vincere. Qui la questione è prendere il controllo, scalzare gli avversari, costringerli a reagire a qualcosa che non si aspettano. E allora nasce la magata. Il gioco l'abbiamo visto tutti, un passaggio inaspettato seguito da un lancio ancora più inaspettato. 
Quello che davvero mi piace, non è vedere eseguito alla perfezione un gioco inusuale, Immagino che, a livello di professionisti assoluti come quelli della NFL, anche questo tipo di "special plays" venga provato e riprovato. Ma è l'idea di giocarlo lì, in quel momento, con il punteggio ancora a favore degli avversari e il bisogno di recuperare. Ci vogliono gli attributi anche solo a pensarla. Figuriamoci a farla. Ed infatti, l'effetto è devastante. Sul possesso successivo, i Ravens perdono palla. Anche New England non trasformerà quel possesso ma il successivo, ormai Baltimora è completamente tagliata fuori, non riesce a reagire. E difatti, due drive dopo arriva il sorpasso dei Patriots. E su quello successivo Baltimora si fa intercettare di nuovo. Fine dei giochi.
E' chiaro che i fattori in una partita di qualsiasi sport sono molteplici, ed attribuire l'esito ad uno solo di questi è sempre parzialmente fuorviante, Ma non credo si sia mai vista una più efficace dimostrazione del fatto che è la testa a vincere le partite. 
Per spiegazioni, citofonare Belichick.

P.S. Scusatemi il titolo in inglese. Ma "Un gioco per domarli tutti", non so perchè, non suonava altrettanto bene,

martedì 13 gennaio 2015

Sull'inutilità del Pallone d'Oro in versione FIFA

Ieri è stato assegnato il quinto Pallone d'Oro nella ex-nuova versione della FIFA. Dal 2010 i criteri sono infatti cambiati: si è passati da una commissione di un centinaio, scarso, di giornalisti di tutto il mondo a un calderone comprendente giornalisti, allenatori e capitani delle nazionali e - lasciatemelo dire - una buona dose di influenza politica FIFA. Sì, perché sono cinque anni che la grande mamma FIFA ha unificato il premio giornalistico al titolo - che praticamente nessuno si filava, almeno a livello mediatico - del FIFA World Player of the Year. Insomma, Blatter ci ha messo lo zampino e continua a farlo.
Tornando a ieri, dopo la breve dietrologia storica: ha vinto Cristiano Ronaldo, secondo consecutivo, e non sarebbe nemmeno scandaloso a dire la verità. Stagione mostruosa del portoghese - nessuno lo nega, infatti - e probabilmente miglior calciatore attualmente in circolazione.
Quindi, se la vittoria di CR7 non desta scandali, cosa fa pensare che il premio non sia una questione seria?
A mio giudizio ci sono diversi fattori che fanno storcere il naso: innanzi tutto i criteri di votazione non esattamente cristallini. Si sente dire che il Pallone d'Oro FIFA viene assegnato al giocatore più determinante e che vince di più (e meglio, uno Scudetto non conta come una finale di Champions' - altrimenti Pogba avrebbe dovuto vincere a mani basse, ovviamente). Altri dicono che il criterio principale resta la spettacolarità e l'emozione calcistica che un determinato fenomeno riesce a comunicare alle masse. Oppure si è sentito anche che, nell'anno del Mondiale, contano solo le tre settimane estive in località sempre più esotiche alla conquista dell'ormai fu Coppa Rimet.
Guardandola così, non sareste curiosi di fare due chiacchiere con qualcuno che conosce realmente quali debbano essere i criteri? Perché sono cinque anni che la storia viene fatta e disfatta a convenienza, ed è qui che comincio a pensare che sia una questione di politica. Facciamo un breve riassunto dei podi delle ultime cinque edizioni - quelle sotto l'ala blatteriana.

Edizione 2010 - Vincitore Mondiale Sudafrica: Spagna; Vincitore Champions': Inter
1° Messi (Argentina - Barcellona)
2° Iniesta (Spagna - Barcellona)
3° Xavi (Spagna - Barcellona)

Il mondiale lo vince la Spagna - con gol decisivo di Iniesta, il capocannoniere del torneo è Sneijder - finalista in Sudafrica - e la Champions' la vince l'Inter di Sneijder e Milito. Pallone d'oro a Messi. A Messi, si. Messi quello che, probabilmente miglior calciatore del momento, al mondiale non l'ha mai vista e col club ha vinto giusto la Liga spagnola.

Edizione 2011 - Vincitore Champions': Barcellona
1° Messi (Argentina - Barcellona)
2° C. Ronaldo (Portogallo - Real Madrid)
3° Xavi (Spagna - Barcellona)

Su questi risultati, sinceramente, nulla da eccepire: Messi vince Liga e Champions' da protagonista, è e rimane il migliore al mondo anche come giocate, giusto che abbia vinto lui.

Edizione 2012 - Vincitore Champions': Chelsea
1° Messi (Argentina - Barcellona)
2° C. Ronaldo (Portogallo - Real Madrid)
3° Iniesta (Spagna - Barcellona)

La finale di Champions' è Chelsea - Bayern Monaco, e trionfano i blues. Non si gioca il Mondiale, ma ci sono gli europei e li vince la Spagna (in finale 4-0 all'Italia). La Liga spagnola è vinta dal Real, con nove punti sul Barcellona del premiato Messi. Ora, attendo sempre il mio illuminato della FIFA che mi spieghi cosa succede. Perché Messi? Puoi scegliere un giocatore del Chelsea vincitore della Champions', uno del Bayern finalista - e con un gioco nei 12 mesi tra i più belli in Europa. Premia uno spagnolo a caso, tanto sono forti tutto, dell'Europeo dominato. Mi scegli Messi? Mi sorgono dei dubbi, seconda volta in tre anni. Due indizi fanno una prova.

Edizione 2013 - Vincitore Champions': Bayern Monaco
1° C. Ronaldo (Portogallo - Real Madrid)
2° Messi (Argentina - Barcellona)
3° Ribery (Francia - Bayern Monaco)

Ok, allora stiamo scherzando. Dunque anno dispari, quindi senza Europei o Mondiali, il discriminante principale dovrebbe essere la Champions', giusto? Almeno così ci hanno sempre fatto credere. E la Champions' la vince il Bayern di un Ribery fuori da ogni logica. Eppure arriva terzo. Messi vince la Liga e arriva secondo. Ronaldo primo, senza aver vinto nemmeno il torneo condominiale. Strano, almeno.

Edizione 2014 - Vincitore Mondiale Brasile: Germania; Vincitore Champions': Real Madrid
1° C. Ronaldo (Portogallo - Real Madrid)
2° Messi (Argentina - Barcellona)
3° Neuer (Germania - Bayern Monaco)

Ed eccoci all'edizione di quest'anno. Se i 61 gol nell'anno solare (di cui 17 in Champions', nuovo record del torneo) giustificano - insieme a prestazioni e tutti i titoli vinti - la vittoria di Ronaldo, obbiettivamente il miglior giocatore al mondo attualmente, a farmi storcere il naso è il secondo posto. Se la giocavano Messi, ottimo ma senza titoli e - soprattutto - vero e proprio fantasma nella finale mondiale persa contro la Germania di Neuer, e lo stesso portiere tedesco. Portiere tedesco che ha decisamente reinventato i moduli e il ruolo di portiere. Gioca praticamente da libero, permettendo alla squadra di guadagnare 20 metri di baricentro e di visione di gioco. Insomma, magari parlare di Pallone d'Oro a Neuer è esagerato, ma che davanti a lui ci sia - ancora una volta - un Messi spinto da chissà quali forze non mi pare giusto.

Signor FIFA, ci spieghi i criteri?

domenica 11 gennaio 2015

NFC Divisional - Carolina Panthers @ Seattle Seahawks


È la partita più scontata di questo turno di Playoff. Carolina si è ritrovata in post-season sì come vincitrice della sua division, ma come unica compagine con il record negativo (7-8-1). Dall'altra parte ci sono i campioni in carica che sono arrivati ai Playoff con la miglior difesa per punti concessi (15,9).

I Quarto (0 - 7)
La partita inizia subito sui binari che tutti avevano indicato nel prepartita: prima azione di Carolina e la difesa di casa costringe al fumble il portatore di palla, fortuna - dei Panthers - vuole che la palla scivoli oltre la linea laterale permettendo loro di mantenerne il possesso dopo la perdita di yards. La situazione non cambia nemmeno nelle due giocate successive: sul 2&6 una corsa che non chiude il down precede il secondo rischio enorme in 1 minuto e 13 secondi di attacco Carolina. Newton lancia, passaggio non controllato dal ricevitore e pallone che si impenna ma il safety di Seattle non arriva, di pochissimo, in tempo per l'intercetto. Nei drive successivi non succede pressoché nulla, anche se bisogna sottolineare l'ottima pressione che anche la difesa di Carolina riesce a portare su Wilson - scontata, e puntuale, invece quella dei padroni di casa. Momento di svolta, anche psicologica, è il lancio - sparacchiato lungo da Cam Newton sul blitz della difesa - intercettato da Sherman con 6:59 sul cronometro del primo quarto. Da questo intercetto, sul 3&12 dopo due buone difese Carolina, Wilson pesca un completo da una trentina di yard. Il drive si chiude con il punt per la verità, ma sono messaggi psicologici che cominciano ad uscire. E il drive successivo di Carolina è la naturale conclusione di quanto abbiamo visto fino a questo momento: Newton consegna la palla al suo running-back (Stewart) che la lascia scivolare! Fumble ricoperto da McDaniel: Wilson avrà di nuovo palla in mano con 2:22 sul cronometro e si parte dalle 28 yard in territorio Panthers, con Seattle che finisce in endzone con uno splendido passaggio morbido per Baldwin che la tiene, 0-7 Seahawks. E il quarto si chiude praticamente qui.

II Quarto (10 - 7)
Il periodo si apre con Carolina che rischia un intercetto acrobatico che non riesce e Cam Newton ha una scossa - proprio da questa situazione complicata - guidando i suoi fino in endzone con il touchdown di Benjamin. Panthers che riacciuffano il pareggio. 7-7 con 7:44 ancora da giocare in questo primo tempo.
Ma Seattle assesta un'altra spallata alle - poche - certezze dei Panthers nel drive seguente: apre Lynch con alcune portate delle sue, pura potenza e chiude - in touchdown - Kearse che riceve in un modo che definirei visionario e corre le 63 (si, sessantatre) yards che lo separano dai sei punti, Seahawks ancora avanti 7-14 con cinque minuti scarsi da giocare ancora.
Questo secondo si assesta sul definitivo 10-14 del primo tempo a quattro secondi dalla fine, grazie ad un field goal dalle 35 di Gano.
Un quarto che prometteva scintille e che in realtà è vissuto semplicemente su un capolavoro di Kearse, partita che all'intervallo resta aperta. Più aperta di quanto si potesse prevedere alla vigilia.

III Quarto (0 - 0)
Alla ripresa dagli spogliatoi la sensazione che posso raccontare è quella di un quarto di quiete che precederà la tempesta degli ultimi quindici minuti. Zero segnature e ben poco concesso allo spettacolo: Lynch fa danni correndo per una trentina di yards in fila ma niente di più, il quarto si conclude sulla situazione di 4&15 dalle 19 in territorio Carolina, dopo la pausa Seahawks che proveranno ad aumentare il divario con un field goal di 37 yards.

IV Quarto (7 - 17)
Alla ripresa Hauschka calcia e centra i pali: 10-17.
Carolina deve cercare almeno i pali per riaccendere la speranza, ma il drive che segue è del tutto inconcludente, punt e palla in mano a Russel Wilson. E Wilson, palla in mano, sa fare danni. E ne fa in abbondanza in questa occasione: in due minuti e spiccioli arriva - di nuovo - in endzone con un lancio da 25 yards per Willson. Ormai i Seahawks se ne sono andati: 10-24 con dieci minuti da giocare.
Carolina riprende il possesso in una situazione di punteggio ai limiti del disperato. Nonostante il sack sul primo down, il drive sembra essere promettente. Newton con qualche bel passaggio riesce a risalire in fretta il campo. Risale fino ai pressi della redzone avversaria quando, con sei minuti sul cronometro, sparacchia centralmente e Chancellor anticipa e intercetta, corre per 90 yard e di fatto chiude il match con il touchdown. 10-31 a 5:55 dalla chiusura.
C'è il tempo per vedere un ultimo touchdown, di Carolina, con il passaggio di Newton per Benjamin. Il tutto però troppo tardi, se non per mitigare il passivo.
Si chiude 17-31, i campioni in carica restano in corsa e affronteranno il prossimo week-end la vincente di Packers-Cowboys, in casa.

AFC Divisional - Baltimore Ravens @ New England Patriots


Che non sia la partita più bella - tecnicamente - del weekend di playoff NFL è dato certo. Forse è la più tesa e mentalmente in bilico. Per la quarta volta in sei anni, Patriots (12-4) e Ravens (10-6) si trovano a Foxborough, Massachusets nei Playoff NFL, per la cronaca i precedenti sono in parità 2-2.

I Quarto (14 - 7)
Pronti via al Gillette Stadium e nel primo drive Baltimore finisce in endzone. Touchdown dopo soli due minuti e mezzo, meno male che la partita doveva essere chiusa e tesa. Ravens avanti 7-0. La domanda da porsi adesso riguarda la solidità mentale di New England che, soprattutto contro Baltimore negli ultimi anni di Playoff, ha dimostrato di soffrire parecchio le squadre che partono forte. Brady (18-8 nella postseason, più di chiunque altro nella storia NFL) nella sua prima uscita non riesce a guidare al pareggio immediato i suoi, anche per merito di Harbaugh - coach Raven - che chiama un challenge vincente sulla ricezione di Amendola. Dopo il replay, gli arbitri giudicano incompleto, punt e pallino che torna ai Ravens. Flacco nuovamente in campo, con un buon mix di corse e lanci che prolungano il drive. I Ravens arrivano fino al touchdown, con il passaggio di Flacco (9/10 per 116 yards e 2 TD in poco meno di una decina di minuti sul campo) per Smith! 14-0, Patriots mai in partita fino ad ora. Partita che potrebbe aver già preso la via del Maryland.
Brady prova a dare la scossa ai padroni di casa, senza troppo successo, decisamente per merito della asfissiante difesa viola che continua a blitzare il quarterback avversario.
La scintilla si accende finalmente a due minuti dal termine del quarto: palla a quattro yards dalla endzone di Baltimora e Brady - dopo due tentativi inutili - parte da solo e copre correndo la distanza per la segnatura! 14-7 e ci chiederemo a lungo se la giocata sia stata dettata dalla situazione o dal genio dell'offensive coordinator a bordo campo!

II Quarto (7 - 7)
Secondo quarto dominato dalla tensione, ma che resta comunque in linea con la partita tesa e ricca di segnature. Nella prima metà possiamo segnalare quasi solamente punt, che seguono contatti più o meno leciti da parte della difesa di Baltimore sul numero 12 di New England. Poi succede qualcosa, l'attacco bostoniano si sveglia grazie a un fumble di Edelman che lui stesso recupera, il drive si conclude con il passaggio di Brady per Amendola che, sfruttando un gesto atletico notevole, vola - letteralmente - sopra il piloncino della end zone. Patriots che impattano a quota 14. L'attacco di Baltimore non riesce a reagire e l'aiuto arriva 1:11 dall'intervallo lungo: Gronkovski si fa pescare in falsa partenza (banale, oltretutto) e lo snap successivo Brady non trova niente di meglio se non sparacchiare centralmente tra le braccia del numero 24 di Baltimora, Revis. Flacco riprende così l'attacco da un'ottima posizione nella metà campo dei Patriots - dalle 24 yards. La conclusione sembra logica, almeno per quelli che hanno seguito New England in regular season (mai incisivi a livello difensivo quando l'avversario parte da intercetto o recupero di fumble) e Flacco fa il compitino: touchdown Daniels e 21-14 all'intervallo.

III Quarto (7 - 14)
Inizia il secondo tempo al Gilette Stadium ed è subito polemica: dopo una cinquantina di secondi una enorme penalità per illegal contact non concessa a New England sul terzo down, ne segue un punt e palla a Baltimora. Poi succede il delirio. Dalle 36 yards Flacco resta sul campo per il quarto down Ravens (4&6), la sideline viola chiama il time-out e si pensa ad una finta per racimolare un fazzoletto giallo ma, alla ripresa del gioco, il numero 5 resta nuovamente in campo. Passaggio e pass interference - per la verità inutile e rifiutata, ma resta il grave errore - della difesa permettono a Baltimora di giocare a sei yards dalla linea di meta bostoniana. Permetterebbe anzi, perché Kubiak non trova nulla di meglio di farsi cogliere in atteggiamento antisportivo - taunting - meno dieci yards che non fermano Flacco, nuovamente in touchdown con Forsett nemmeno contrastato. Siamo sul 28-14, Patriots in enorme difficoltà e primo TD concesso nel secondo tempo nelle ultime sette partite.
La reazione Patriots si basa sulla coppia Brady-Edelman - quest'ultimo protagonista di una ricezione visionaria di ginocchia - e sull'aggressività (esagerata a tratti) dei viola: coach Harbaugh si prende una penalità per condotta antisportiva e dal 1&Goal dalle cinque Gronkovski non sbaglia, New England resta aggrappata al match. Siamo 28-21 a 6:48 dalla fine del terzo periodo. La NBC, dopo la pubblicità e dopo una nuova giocata di Baltimore - quindi in tempo non più utile - produce però un'immagine: tecnicamente il touchdown di New England non sarebbe valido, Vereen (running back Patriots) si sposta come sesto ricevitore e il regolamento ne ammette solamente cinque.
E poi succede qualcosa di assurdo. New England praticamente si gioca tutto sulle 50 yards, Belichick vuole vincerla psicologicamente: Brady passaggio all'indietro per Edelman (ex quarterback al college) che spara per Amendola che arriva fino in fondo! I Patriots ora comandano il match, a livello psicologico per lo meno. Parità a quota 28.
E il momento difficile per la compagnia viola continua, Flacco si fa intercettare da McCourty sulle 43 in territorio Baltimore. Brady ha la palla del vantaggio con meno di quattro minuti alla fine del terzo quarto, tutto bloccato dalla difesa di Baltimore: 3&out e punt Patriots.
Ma è ancora in difficoltà psicologica Baltimore: sul 3&3 Flacco viene colpito ed è fumble, annullato dalla penalità per Revis (holding), resta l'imbarazzo difensivo dei Ravens.

IV Quarto (3 - 7)
Inizia l'ultimo periodo, il decisivo. Si parte in parità (28-28) con palla in mano a Flacco, a ridosso della metà campo.
Subito una di quelle giocate che possono cambiare una partita: 4&1 Ravens dalle 46 in territorio Patriots, Flacco resta in campo e chiude il passaggio. Giocata che può essere fondamentale. I Patirots resistono sulla goal line, anche se con più dubbi, e Tucker segna un facile field goal dalle 25. Ravens avanti 31-28 con una decina di minuti sul cronometro.
Nel drive successivo c'è un momento strano, Vereen è down-by-contact non segnalato e poi perde la palla. Fumble ricoperto da Baltimora ma gli arbitri vogliono vederci chiaro e vanno all'instant replay (sapete... lì usa così: piuttosto che condizionare una partita, fermano tutto e controllano. Barbari!). E come il replay TV lasciava intendere la decisione viene cambiata: niente fumble e Patriots che possono continuare l'attacco. Ne segue una prosecuzione di drive assurda di Brady - solo passaggi praticamente stasera per Belichick - che non sbaglia nulla con i suoi ricevitori, fino alla ventina di yards lanciate per LaFell che arriva in meta. Patriots avanti per la prima volta nel match, 31-35, Tom Brady impressionante (e sorpassa Joe Montana come numero di passaggi da touchdown nella postseason: 46).
Baltimore in possesso e sul terzo down Flacco inciampa e si salva con un passaggio incompleto al limite, 4&3 sulle 42 yard in territorio Ravens con 2:14 sul cronometro. Harbaugh chiama il suo secondo time-out, importante perché ora Baltimore potrà fermare il cronometro solo una volta (oltre al 2-minute warning). Si riprende e time-out anche per New England (uno rimanente), la prossima giocata potrebbe chiudere il match. Flacco ha bisogno della conversione - giochino che al quarto down ha già provato con successo altre volte stasera. Snap, Flacco... chiude nel traffico per un guadagno di 17 yards! La partita non è chiusa quando mancano solo due minuti al termine, entrambe le squadre possono fermare la corsa dell'orologio una sola volta e a Baltimora non basta un field goal. Sarà la difesa dei Patriots - non il reparto migliore, per essere sinceri - a decidere le sorti di questa partita. Flacco ricomincia dalle 41 e la difesa di New England non parte benissimo: fuorigioco e cinque yards regalate.
1&5.... incompleto!
2&5.... Flacco profondo... il ricevitore è coperto da Harmon... INTERCETTO! Ecco la giocata della partita! Ora i Patriots si inginocchieranno e avanzano alla finale di conference!
Ma Harbaugh tenta la giocata tecnicamente chimata colpo-gobbissimo, con uno strano gioco di timeout ha l'opportunità di far lanciare a Flacco una sessantina di yards di Hail Mary pass, la palla rimbalza su un paio di giocatori in endzone prima di uscirne. Ora è davvero finita.

Vincono i Patriots! Settimana prossima di nuovo in Massachussets, vedremo se contro i Broncos di Peyton Manning oppure i Colts di Andrew Luck!


sabato 10 gennaio 2015

Si sale sullo sgabello!

Dunque cosa scriviamo?

In teoria, la presentazione di questo coso. Cos'è questo coso?

Questa cosa rischia di diventare un nonsense bello e buono sai?

Il che è precisamente in linea con i principi sui cui si fonda questo spazio. O no?

In teoria questa volta sarebbe dovuto essere qualcosa di serio, no?

Serio l'argomento, seri i contenuti, seria magari anche la struttura generale, ma dopotutto, siamo sempre noi a scriverlo...

Anche tu hai ragione, qualche volta capita. Quindi pare che si debba spiegare qualcosina, giusto? Un po' come stringere la mano alle persone appena incontrate?

In un certo senso, si. Dunque, con ordine. Si parla di sport, ho capito giusto?

Direi di si, però ad esempio ci sono delle esclusioni giusto? Mi è parso di capire che saremo abbastanza selettivi. Gli appassionati di curling potranno aprire la nostra home page e trovare tutti i risultati del campionato provinciale di Varese?

No, probabilmente no. L'idea - se non ho frainteso- dovrebbe essere dare un paio di idee a chi volesse provare ad alzare lo sguardo oltre la serie A di calcio, che peraltro non vive uno dei suoi momenti migliori. Offrendo spunti su altri sport ed altri campionati. Quali? Quelli di cui capiamo qualcosa, direi. Per cui temo il curling sia un po' fuori zona per ora.

Ottimo! Quindi ci si specializzerà giusto? Una cosa del tipo: io parlo di Basket e tu di Calcio e Football Americano, giusto? Fantastico! Ho sempre desiderato avere uno spazio in cui parlare del basket!

Mi sembra un'ottima strategia. Specializzarsi, dico. Magari sui ruoli ne discutiamo un attimo ancora, non davanti ai venticinque lettori, però.

Ottimo! Allora avremo varie sezioni? Facciamo finta che io sia un lettore sperduto e assetato di informazioni sportive, perché dovrei preferirci alla Gazzetta ad esempio?

Beh, intanto noi non deviamo automaticamente l'eventuale visitatore alla homepage di giornalacci rosastampati. Inoltre, l'idea su cui si fonda lo spazio è di offrire idee sulle partite da guardare, sulle situazioni da seguire et similia. I nostri commenti (rigorosamente il stile peroni da 66) saranno scritti come tali, e non come trattati di teologia incomprensibili o francamente deliranti (ogni riferimento alle sopracitate pubblicazioni rosacee è puramente casuale, o forse no).

Sento trasparire dell'astio o quantomeno della sfiducia... Ma non è questo quello di cui vogliamo parlare in questa overture. Provando a rendere tutto più chiaro, escludendo la retorica per un attimo, quello che ho capito è questo: scriveremo degli editoriali e dei commenti alle partite di vari sport, cercando di aiutare chi fosse interessato ad appassionarsi e a comprendere meglio le dinamiche delle partite e degli avvenimenti sportivi della settimana. Mi piace come cosa! Sono carico! Quando iniziamo?

Iniziamo subito! Più o meno in contemporanea a questo editoriale a due voci, che rappresenta il pezzo zero nonchè il manifesto della faccenda, dovrebbero apparire di sicuro le prime Partite Consigliate (chiave di volta del blog) e nei prossimi giorni i primi articoli, commenti e facezie varie. Giusto?

Giusto! Quindi possiamo dare un appuntamento a quelli - quali? - che ci staranno leggendo?
Diciamo... entro la serata i primi consigli - in extremis - per questo weekend? Fantastico! Vogliamo fare delle piccole anticipazioni o lasciamo la suspense?

No, ovviamente lasciamo la suspense. L'arbitrarietà completa degli autori è un cardine di questo spazio. Credo possiamo salutare tutti, e pronti già da stasera con i primi consigli. Ciao!

Beh, allora non resta che salutare! Ciao anche da me e stay tuned!